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Fino a 40.000 € a fondo perduto per le PMI che nel 2020 vogliono innovare

 

Innovazione è la parola manageriale dei prossimi anni. Dopo qualità, sicurezza, internazionalizzazione, digitalizzazione, e forse anche prima di ambiente, è l’innovazione una delle principali linee guida che l’Unione Europea ha definito per indirizzare la visione delle piccole e medie imprese. E con 50 milioni di euro solo per il 2020 in Italia questa visione può diventare più facilmente realtà. Anche perché questo significa fino a 40.000 € a fondo perduto (80. 000 € per le reti d’impresa) per ingaggiare per almeno nove mesi un manager accreditato dal Ministero dello Sviluppo economico cofinanziando fino al 50% del suo costo.

 

Cosa si intende per innovazione ce lo spiega la immortale enciclopedia Treccani: “Ogni novità, mutamento, trasformazione che modifichi radicalmente o provochi comunque un efficace (=capace di produrre gli effetti per cui viene compiuto) svecchiamento in un ordinamento politico o sociale, in un metodo di produzione, in una tecnica, ecc.”. Una innovazione dunque non è una una invenzione (che può non funzionare) o una semplice efficienza (che significa solo far funzionare meglio quello che c’è già). Innovare significa cambiare con successo. 

 

Il Ministero è più esplicito e parla di innovazione tecnologica e di innovazione di processo ed organizzazione. In fondo all’articolo il dettaglio selle competenze.

 

I professionisti con esperienza che il Ministero ha accreditato sono definiti sono circa 9000. Purtroppo poche le donne poco più del 10% guardando una pagina a caso dell’elenco pubblicato proprio oggi dal MISE.

Un documento di “facile” consultazione per le imprese  in cui per capire le competenze degli innovation manager bisogna giocare a battaglia navale tra le sigle, le citta di residenza non è dato saperla mentre invece codici fiscali e mail personali di tutti sono a disposizione degli spammer alla faccia delle stringenti normative che le aziende devono adottare in tema di riservatezza dei dati personali. 

 

Ma non preoccupatevi il problema della scelta ve lo risolviamo noi.

Ecco gli innovation manager di Actiongroup accreditati presso il MISE: 

 

  • Corrado Dante (ligure) esperto di innovazione di prodotto nei settori automotive, meccanica, oil and gas e impiantii industriali su commessa.
  • Alberto Carpinetti (piemontese) esperto nell’innovazione dei processi in aziende manifatturiere e commerciali soprattutto nella lavorazioni di serie.

 

Attenzione le domande per ottenere i contributi sono con il sistema a sportellò (che vuol dire chi prima arriva prima alloggia) dal 26 novembre. I giorni sono pochi, i contributi sono tanti e l’idea di innovare è l’unica che può garantire un futuro di crescita alle Pmi italiane. 

 

PERCORSI DI INNOVAZIONE FINANZIABILI DAL MISE

 

Processi

  • Applicazione di nuovi metodi organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione dei luoghi di lavoro.
  • Avvio di percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non regolamentati, alla partecipazione al Programma Elite, all’apertura del capitale di rischio a investitori indipendenti specializzati nel private equity o nel venture capital, all’utilizzo di nuovi strumenti di finanza alternativa e digitale.

 

Ambiti

  • Big data e analisi dei dati
  • Cloud, fog e quantum computing
  • Cyber security
  • Integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale
  • Simulazione e sistemi cyber-fisici
  • Prototipazione rapida
  • Sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA)
  • Robotica avanzata e collaborativa
  • Interfaccia uomo-macchina
  • Manifattura additiva e stampa tridimensionale
  • Internet delle cose e delle macchine
  • Integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali
  • Programmi di digital marketing, quali processi trasformativi e abilitanti per l’innovazione di tutti i processi di valorizzazione di marchi e segni distintivi (c.d. “branding”) e sviluppo commerciale verso mercati
  • Programmi di open innovation